Come ottenere una visita urgente in tempi brevi.
- Avvocato Floriana Baldino
- 16 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Una riflessione sul D.Lgs. 502/1992 per la tutela dei diritti del malato e sulla qualità dell’assistenza sanitaria.
Sempre più spesso si sente parlare di malasanità ma soprattutto di liste di attesa lunghissime per ottenere una visita di controllo e/o un esame urgente, nel rispetto dei termini indicati nella ricetta medica a disposizione dell'utente.
Sul tema della tutela dei diritti del malato e sulla qualità dell’assistenza sanitaria, però non tutti sanno che il D.Lgs. 502 del 1992 ha regolamentato, e riordinato, la disciplina in materia sanitaria, riorganizzando le unità sanitarie locali, regolamentando le nomine del direttore generale, direttore amministrativo e direttore sanitario, i distretti e disciplinando inoltre i rapporti per l'erogazione delle prestazioni assistenziali.
In particolare l’art. 14, c. 5 del predetto decreto legislativo, regolamenta l’assistenza sanitaria, la tutela dei diritti e garanzie dei cittadini nei confronti dell’amministrazione socio sanitaria.
Cosa prevede la norma.
L’art. 14, c.5 del d. lgs. 502/1992 così recita: “Il direttore sanitario e il dirigente sanitario del servizio, a richiesta degli assistiti, adottano le misure necessarie per rimuovere i disservizi che incidono sulla qualità dell'assistenza. Al fine di garantire la tutela del cittadino avverso gli atti o comportamenti con i quali si nega o si limita la fruibilità delle prestazioni di assistenza sanitaria, sono ammesse osservazioni, opposizioni, denunce o reclami in via amministrativa, redatti in carta semplice, da presentarsi entro quindici giorni, dal momento in cui l'interessato abbia avuto conoscenza dell'atto o comportamento contro cui intende osservare od opporsi, da parte dell'interessato, dei suoi parenti o affini, degli organismi di volontariato o di tutela dei diritti accreditati presso la regione competente, al direttore generale dell'unità sanitaria locale o dell'azienda che decide in via definitiva o comunque provvede entro quindici giorni, sentito il direttore sanitario. La presentazione delle anzidette osservazioni ed opposizioni non impedisce ne preclude la proposizione di impugnative in via giurisdizionale.”.
Cosa può fare il cittadino concretamente quando ha diritto ad una visita urgente.
Riportata la norma, ora vediamo cosa può fare il cittadino per la tutela dei suoi diritti,
Se un cittadino ha una ricetta per una visita medica entro 30 giorni, ma nel pubblico non trova posto e altrettanto non lo trova nel privato convenzionato, questo utente ha diritto di andare ad una visita privata, e l'ospedale sarà tenuta poi a rimborsare la somma spesa integralmente, fatto salvo tuttavia il ticket che il cittadino avrebbe comunque dovuto pagare nella struttura ospedaliera pubblica e/o convenzionata.
Ma c'è tutta una procedura da attivare che ora vedremo nel dettaglio.
La procedura.
Se il privato cittadino contatta il CUP, Centro Unico di Prenotazione, per una visita urgente, munito di ricetta con priorità alta, ma il CUP dichiara di avere le liste di attesa chiuse, o comunque non è in grado di garantire al paziente una visita o un esame con la priorità indicata sulla impegnativa del medico di base, lo stesso centro ospedaliero a cui l'ammalato si è rivolto, deve attivarsi per individuare altre strutture in grado di farlo.
Se tutta questa procedura non viene attivata dalla Azienda Socio-Sanitaria Territoriale è possibile trasmettere alla stessa un reclamo amministrativo entro 15 giorni dalla prenotazione, chiedendo ad distretto ospedaliero il rispetto del tempo massimo di attesa indicato dalla ricetta.
Solo dopo aver inoltrato il reclamo, a mezzo pec, all'Azienda Sanitaria territorialmente competente, il cittadino avrà diritto al rimborso della somme spese per ottenere la stessa visita urgente da un luminare, e/o qualsiasi altro medico individuato per quella visita specifica.
In allegato troverete il modulo del reclamo.
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