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La casa finisce all’asta Ma lo sfratto «salta» grazie all'Avv. Baldino

Immagine del redattore: Avvocato Floriana BaldinoAvvocato Floriana Baldino

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Se la salute pubblica è messa a repentaglio, gli altri diritti e interessi individuali, pur essendo meritevoli di altrettanta tutela, devono essere sacrificati nel rispetto del prioritario diritto alla salute pubblica».E così, in virtù di tale principio, con un provvedimento-pilota destinato a fare scuola, il Tribunale di Verona autorizza il debitore a rimanere all’interno dell’abitazione che avrebbe dovuto lasciare nei giorni scorsi perché messa all’asta. Nessuno poteva prevedere che si sarebbe scatenata l’emergenza coronavirus e così, accogliendo un’istanza presentata dall’avvocato Floriana Baldino, esperta di diritto amministrativo, il giudice Attilio Burti ha emesso il primo provvedimento di autorizzazione ad abitare l’immobile sino al 31 agosto 2020, prorogando quindi il precedente termine di liberazione dell’immobile (che sarebbe scaduto proprio ieri), in conseguenza delle restrizioni dettate dall’emergenza Coronavirus. È la stessa legale a spiegare i termini della questione: «Com’è noto, le misure dettate dall’emergenza hanno posticipato per legge tutte le udienze (fatti salvi i procedimenti la cui ritardata trattazione può produrre grave pregiudizio alle parti) - precisa l’avvocato Baldino -. Tuttavia, si pone il problema per tutte quelle procedure esecutive, come le vendite degli immobili all’asta, concluse in data antecedente alla sopravvenuta emergenza sanitaria, e che hanno in corso oggi delle ordinanze di liberazione dell’immobile, disposte dal giudice dell’esecuzione, da rispettare.Considerate le misure in atto, il quesito che ci si è posti è se deve essere rispettata l’ordinanza di liberazione dell’immobile, o possa essere chiesto un rinvio, data l’emergenza sanitaria e l’impossibilità di muoversi, nell’immediato, per cercare nuove abitazioni, per la tutela della salute pubblica». Nel caso specifico, la vicenda ruotava attorno a un immobile che era stato messo all’asta dalla banca mutuante: lo scorso 10 gennaio, il giudice dell’esecuzione non aveva autorizzato il debitore ad abitare l’immobile sino alla vendita dello stesso. O meglio, aveva concesso agli occupanti un ultimatum per liberare i locali, quello del primo aprile, ovvero ieri. Ma poi è «scoppiato» il coronavirus con tutti i suoi rischi e divieti: per questo, il 13 marzo scorso, l’avvocato Baldino ha presentato un’ulteriore «istanza di autorizzazione ad abitare l’immobile a causa della diffusa pandemia e della impossibilità di trovare soluzioni alternative sino alla cessata emergenza Covid-19». Istanza che il giudice ha accolto il 19 marzo perché «il diritto dell’acquirente di un immobile venduto all’asta di entrare in possesso dello stesso, non può certamente prevalere sulla tutela della salute pubblica».

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